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Blog di l.marton

SE SCAPPI DAL MATRIMONIO, TI ROVINO ECONOMICAMENTE

16 Ottobre 2015 , Scritto da l.marton

SE SCAPPI DAL MATRIMONIO, TI ROVINO ECONOMICAMENTE

Un celebre film del 1999 con Julia Roberts e Richard Gere narra di una commessa che ad ogni suo matrimonio fugge quasi all’ altare lasciando il malcapitato letteralmente di stucco. Storia che, come quasi tutte le commedie romantiche, si conclude con un lieto fine e con il matrimonio con il belloccio di turno.

La vicenda apre uno squarcio sulla realtà in cui spesso a scappare è l’uomo e a rimanere di sale è la donna che spesso ha anticipato anche delle spese.

Proprio questa vicenda è stata indagata dalla Corte di Cassazione con la sentenza del 15/10/15 numero 20889. Nella fattispecie si tratta di una relazione di undici anni sfociata nelle promesse di matrimonio. Promesse a cui non fece seguito la celebrazione poiché il futuro marito, ad una settimana dal matrimonio, decise di comunicare la sua volontà di non sposarsi adducendo che la compagna avesse un’altra relazione. Realtà non vera e addotta solo per ripensamento. Tuttavia nell’attesa la futura moglie aveva compiuto, essendo geometra, una serie di lavori all’immobile in cui i due dovevano andare a vivere, aveva comprato l’abito bianco, aveva acquistato dei mobili.

Dinnanzi a tale vicenda la donna adiva il tribunale per vedersi risarcire i danni ai sensi dell’art 81 c.c., vicenda protrattasi fino in Cassazione.

Proprio la suprema corte pone fine alla diatriba e sancisce un principio di diritto destinato a far tremare i polsi a coloro i quali mutano la propria idea in vista del grande passo.

La corte ritiene, infatti, che il momento del ripensamento è legittimo, ma tardivo (una settimana dalle nozze!!!), ingiustificato ( non esisteva la relazione denunciata della donna). Da ciò deduce che non sussiste il giusto motivo che ex art 81 c.c. esoneri il promittente dall’ obbligo di risarcire l’altra parte. Pertanto, conclude asserendo che l’insieme delle spese sostenute dalla donna risultano causalmente connesse allo scopo e realizzate in vista del matrimonio. In particolare, oltre ai lavori sulla futura dimora, ritengono gli ermellini di aprire al risarcimento del costo dell’abito bianco dei mobili acquistati per la casa. In conclusione si usa in nesso causale in senso ampio al fine di tutelare l’affidamento della donna e da risarcirle tutte le spese già sostenute.

Dalla realtà processuale si evince un lieto fine solo per la donna e non per il belloccio di turno a dimostrazione che la realtà supera la fantasia e soprattutto che a volte sposarsi meglio mentre scappare rovina almeno economicamente.

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